Viaggio a San Serriffe

Viaggio a San Serriffe

Dal 1977 è la meta più ambita da type designer, appassionati di tipografia, esperti di grafica e tipi di carattere. Un minuscolo arcipelago dalla curiosa forma a punto e virgola in cui trascorrere vacanze con la V maiuscola.

San Serriffe è una nazione insulare nell’Oceano Indo-Pacifico meridionale. L’arcipelago, situato a metà fra l’Africa e l’India, è composto da due isole maggiori che formano un punto e virgola nel mare: la Caissa Superiore (Upper Caisse), a nord, e la Caissa Inferiore (Lower Caisse), a sud.

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La capitale, Bodoni, è al centro dell’isola più grande e ospita l’Aeroporto Internazionale. Nel cuore dell’isola più piccola, invece, c’è un’area boscosa denominata Woj of Type, habitat dell’uccello nazionale di San Serriffe, il Kwote; nell’insenatura a sud si trova la splendida spiaggia di Gill Sands.

L’aspetto più singolare della geografia di San Serriffe è la sua mobilità. A causa di un costante processo di erosione che rimuove la sabbia dalla costa occidentale e la deposita sulla costa orientale, le isole si spostano verso est al ritmo di 1400 metri all’anno. Per rallentare questo movimento, le barche trasportano costantemente sabbia dalla costa orientale a quella orientale.

L’origine della popolazione indigena di San Serriffe, i Flong, è un vero mistero. Antiche iscrizioni scritte nella loro lingua, il Ki-flong, suggeriscono che potrebbero venire dal Brasile, prima che il movimento delle isole li portasse infine nell’Oceano Indiano. Tuttavia, la lingua Flong potrebbe essere stata modificata in tempi relativamente recenti durante il transito delle isole attorno alla costa africana. I Flong praticano una serie di rituali tribali, tra cui la Danza delle lumache pezzate (Pied Slugs) e il Festival della commedia ben fatta (Well-Made Play).

Le isole furono colonizzate dagli spagnoli e dai portoghesi nel XV secolo, prima di essere annesse dalla Gran Bretagna nel XVII secolo. Negli anni ci sono stati continui antagonismi tra i discendenti dei coloni (*) spagnoli e portoghesi originali e quelli dei successivi arrivi inglesi, talvolta derisi in modo umoristico come semicoloni (**).

San Serriffe ottenne l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1967. Fu poi governata da una serie di dittatori – tra cui il colonnello Hispalis e il generale Minion – fino a quando il generale M.J. Pica assunse il controllo del governo nel 1971.

La scoperta del petrolio nel 1971 portò grandi somme di denaro nell’economia e scatenò una rapida industrializzazione. Nel 1977 gli abitanti di San Serriffe godevano del reddito pro capite più elevato del mondo. La valuta dell’isola è la Corona.

Nel 1977 la popolazione era di 1.782.000 abitanti, composta da europei, flong, creoli, malesi, arabi e cinesi.

Nel 1990 il generale Pica venne deposto dalla cricca di alti ufficiali che dichiararono di essere stanchi di ascoltare le sue storie sulla campagna di Ova Mata. Il generale Melior, ex giardiniere di Pica, organizzò il golpe facendosi strada nell’ufficio del generale Pica con il pretesto di sparecchiare e venne nominato presidente.

Nel 1997 lo splendido, popolare, carismatico, fanciullesco, affascinante, dinamico, modesto, nuovo leader Antonio Bourgeois arriva al potere nelle prime elezioni libere dell’isola. Altre figure istituzionali di spicco sono: Minion, ministro della Caissa Inferiore; Bembo, ministro delle finanze, Baskerville, ministro dei trasporti.

Alcune curiosità su San Serriffe:

  • il ministro della Caissa Inferiore, Minion, è stato eletto usando l’antico metodo di conteggio tribale in base al quale il candidato con il minor numero di voti viene dichiarato vincitore;
  • la squadra di calcio di San Serriffe viene sconfitta dall’Inghilterra a Wembley per 13-0 nel 1922, per 9-0 nel 1982, per 5-0 nel 1989; nel 1998 batte l’Inghilterra per 2-1 a Wembley tra le proteste per un presunto fallo di mano;
  • nel 1972 San Serriffe è stato espulso dall’Organizzazione degli Stati Itineranti (OIS); nel 1974 è stato riammesso;
  • il Nugradia è l’unico giornale dell’isola, poiché l’Eurostyle è stato bandito dal governo di San Serriffe nel 2004 perché troppo irrilevante;

Nella popolazione dell’arcipelago è presente una forte minoranza di origine italiana, tradizionalmente picaista, che è solita riunirsi nella pizzeria Roman e nel ristorante Italic, che si affacciano sulla piazza principale di Bodoni, la Latin Square, ai cui tavoli non è difficile incontrare anche il vecchio generale Pica intento a ricordare i bei tempi della sua dittatura.

***

La caratteristica più interessante di San Serriffe è che non esiste. Si tratta, infatti, di un’invenzione del quotidiano inglese The Guardian che, il primo aprile 1977, pubblicò un lungo reportage su questo luogo di fantasia in uno speciale di sette pagine. Uno storico pesce d’aprile in grande stile che è stato collocato dal sito The Museum of Hoaxes al quinto posto nella classifica dei 100 migliori pesci d’aprile di tutti i tempi.

Questo simpatico scherzo di certo non sarà passato inosservato ai graphic designer e agli esperti di composizione tipografica. In effetti, i principali termini utilizzati nell’inserto, dai nomi delle località a quelli dei personaggi, fanno riferimento al mondo del type design e della tipografia; qualche esempio:

  • San Serriffe  –>  da sans serif, caratteri tipografici senza grazie;
  • Upper Caisse e Lower Caisse  –>  da upper case e lower case, caratteri maiuscoli e minuscoli;
  • Bodoni, Perpetua, Baskerville, Bembo  –>  tipi di carattere;
  • Port Clarendon, Gill Sands e Garamondo  –>  da Clarendon, Gill Sans e Garamond, tipi di carattere;
  • Pica  –>  unità di misura;
  • Roman, Italic  –>  stili di carattere.

Queste le pagine del reportage sulla minuscola repubblica tropicale di San Serriffe:

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Quattro delle sette pagine sono occupate da pubblicità di brand noti che hanno contribuito a rendere ancor più credibile il supplemento su San Serriffe. Tra le inserzioni:

  • Guinness: l’annuncio descrive la bizzarra versione della birra fatta a San Serriffe che, versata nel bicchiere, presenta la parte superiore scura e la parte inferiore bianca; la cosa sarebbe dovuta alla seminazione sottosopra dei semi d’orzo;
  • Texaco: agli appassionati di corse viene offerta la possibilità di vincere una vacanza sulla spiaggia Cocobanana di San Serriffe;
  • Kodak: concorso per le migliori fotografie di San Serriffe che saranno raccolte nella mostra intitolata “La leggendaria bellezza di San Serriffe”, che verrà allestita in questo momento, il prossimo anno.

La pubblicazione dell’inserto su San Serriffe generò un’enorme risposta. Il Guardian riferì che i telefoni della redazione squillarono tutto il giorno, dal momento che le persone chiamavano per richiedere maggiori informazioni sull’isola. Più tardi arrivarono centinaia di lettere, tra le quali alcune provenienti da un gruppo che si autodefiniva il Fronte di liberazione di San Serriffe. Agenzie di viaggio e compagnie aeree presentarono reclami ufficiali all’editore, poiché i clienti si rifiutavano di credere che le isole non esistessero.

In seguito il Guardian ha pubblicato tre sequel, usciti rispettivamente il primo aprile del 1978, del 1980 e del 1999, quest’ultimo intitolato “Ritorno a San Serriffe” e firmato da un certo Berlin Sans, in cui vengono forniti aggiornamenti sulla situazione socio-politica del piccolo stato.

Anche i fan si sono dati da fare negli anni: c’è chi si è proclamato presidente a vita della nazione, chi ha creato targhe diplomatiche di San Serriffe per la propria auto e chi, come lo scienziato informatico Donald Knuth, invia assegni dalla Banca di San Serriffe come ricompensa alle persone che trovano errori nei suoi libri.

Infine, anche il sito web Wikitravel nel 2006 ha pubblicato una pagina ‘pesce d’aprile’ su San Serriffe, dalla quale sono tratte alcune informazioni riportate in questo articolo.

 

(*) in inglese coloni si scrive colons, che significa anche due punti

(**) in inglese semicoloni si scrive semicolons, che significa anche punti e virgola

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