Storytelling, storydoing, storyliving: tre capitoli di un racconto senza fine
Comunicazione

Storytelling, storydoing, storyliving: tre capitoli di un racconto senza fine

Con l’evoluzione del linguaggio dei media cambia anche il modo che hanno i brand di raccontarsi alle persone. Lo scopo è sempre lo stesso, ma le opportunità aumentano.

Sostenere la brand identity attraverso il racconto di storie che trasmettono l’essenza, i principi e i valori dell’azienda è un’attività che ormai molti brand svolgono con continuità e con buoni risultati. Le storie sono narrate sui vari canali di comunicazione, ognuno con linguaggi specifici, la cui conoscenza è fondamentale perché il racconto arrivi alle persone.

I brand creano contenuti e narrano storie che diventano percorsi di significato capaci di adattarsi ai diversi canali di comunicazione e di intercettare persone specifiche nei loro ambienti di vita. Minore è il disturbo, maggiore è l’efficacia.

Il linguaggio dei media è in continua evoluzione ed è fondamentale per le aziende comprendere e adeguarsi ai cambiamenti, se vogliono continuare a raccontare. Prima di tutto, però, bisogna capire a che punto della storia siamo arrivati.

Dallo storytelling allo storydoing

Lo storytelling è una forma di comunicazione persuasiva che si basa sul racconto di storie capaci di suscitare emozioni: l’azienda lega queste storie ai propri prodotti o servizi e ai valori identitari che vuole condividere con il pubblico. L’obiettivo è stimolare l’interesse e il coinvolgimento delle persone e stabilire con loro un legame proficuo, affinché si trasformino in clienti fedeli e, nel migliore dei casi, in ambasciatori della marca.

Le storie emozionanti rendono il messaggio interessante, memorizzabile ed efficace, tanto che lo storytelling è diventato ormai una tecnica consolidata e ampiamente utilizzata. Ne consegue, però, che molte storie siano costruite male e non rappresentino un reale elemento differenziante ed esclusivo. A ciò si aggiunge il rischio che la comunicazione diventi completamente autoreferenziale.

Alle persone non basta più conoscere storie affascinanti e talvolta lontane dalla vita reale, vogliono sapere cosa fa davvero l’azienda. Ci sono brand che hanno colto la sfida del fare raccontando e del raccontare facendo: narrano storie attraverso le loro azioni.

Passare dallo storytelling allo storydoing significa passare dal dire al fare. Invece che comunicare prodotti e servizi, si creano prodotti e servizi e si definiscono strumenti e soluzioni con l’obiettivo non solo di aumentare la notorietà della marca, ma anche di offrire una reale utilità alle persone per stimolare il loro interesse e il loro coinvolgimento. Per essere realmente utili bisogna ascoltare e rispondere ai desideri e proporre soluzioni che migliorino la vita. L’intento è rendere il pubblico co-protagonista del racconto.

Storyliving: dal dire al fare per vivere

Coinvolgere le persone in maniera attiva e far vivere loro un’esperienza memorabile è il modo migliore di concepire la narrazione. Il consumatore non vuole più solo rivendicare la propria identità, ma vuole valorizzare le proprie azioni e riconoscersi in esse. Allora non basta dare alle persone gli strumenti per migliorare la propria esistenza, bisogna offrire loro esperienze da vivere in prima persona e da condividere con gli altri. È così che il consumatore diventa protagonista della narrazione e vive un’esperienza da ricordare e raccontare.

Fare storyliving significa creare storie che ispirano e mobilitano la partecipazione diretta. Le storie sono create in modo che le persone possano prendervi parte e sperimentare direttamente i valori della marca.

L’emozione continua a essere il punto di forza delle storie di successo: non a caso, commuovere significa ‘muovere con’, ‘mettere in movimento’. Per riuscire a mobilitare le persone, però, bisogna dimostrare un coinvolgimento paragonabile a quello richiesto: l’invito deve essere sincero e specifico, commovente e coinvolgente, in grado di sollecitare riconoscenza.

Nuovi linguaggi, nuove opportunità

Sono poche le volte in cui la vita reale delle persone diventa l’ambientazione di storie narrate dalle aziende. Ma se la tecnologia attuale offre opportunità prima impensabili, il futuro lascia scorgere possibilità sempre nuove.

Alcune sperimentazioni sulle più recenti applicazioni digitali si sono rivelate molto promettenti. Gli ambienti definiti dalla realtà aumentata sono di gran lunga più immersivi e coinvolgenti di qualsiasi altro contesto mediale. Saranno questi gli spazi in cui i brand potranno veicolare contenuti, storie e racconti. Ciò significherà entrare direttamente nella vita delle persone, allora tutto dipenderà dalla capacità di immergersi in questi contesti e di relazionarsi con i propri interlocutori.

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