Reputazione online e visibilità su Google

Reputazione online e visibilità su Google

Nel bene o nel male, purché se ne parli? Non proprio. Stando alle linee guida per i quality rater di Google (e al buon senso) c’è una sola via da seguire.

“Al mondo c’è una sola cosa peggiore del far parlare di sé ed è il non far parlare di sé.” – Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray

Lord Henry Wotton non potrebbe fare il SEO di professione. Il tema della reputazione online, infatti, ha un forte impatto sul posizionamento in Google: quello che si dice in Rete su un brand, un’azienda o un personaggio influenza il giudizio del motore di ricerca tanto quanto l’opinione del pubblico.

Le due cose sono collegate. Una buona reputazione online determina una valutazione positiva da parte degli utenti e, come sappiamo bene, ciò che piace alle persone piace pure a Google.

Avere una buona reputazione digitale è diverso dall’essere popolari sul Web.

Questo significa che è importante che in Internet si parli di noi e del nostro progetto, a patto però che se ne parli bene.

Google ci spiega perché.

La reputazione online come indice di qualità

La web reputation è affrontata in modo diffuso nelle Search Quality Evaluator Guidelines di Google. Si tratta di un documento, aggiornato di continuo, che raccoglie le linee guida che i quality rater del motore di ricerca devono seguire per valutare la qualità dei siti web e delle SERP.

Perché è importante conoscerlo per chi fa SEO? Perché assumendo l’ottica di un quality rater è possibile lavorare al meglio per sviluppare un progetto web di qualità, che piaccia a Google e alle persone. Inoltre, visto che lo scopo del motore di ricerca è limitare l’intervento umano, è logico pensare che col tempo i criteri adottati dai quality rater vengano integrati e gestiti nell’algoritmo.

Le linee guida presenti nel documento toccano i diversi fattori che incidono sul rating associato ai siti internet dal motore di ricerca. Uno di essi è proprio la reputazione online.

Come è ovvio, Google esorta i quality rater a cercare presso fonti indipendenti le informazioni utili a stabilire la reputazione web del sito o di chi ha creato i contenuti da valutare. Vanno rintracciate e analizzate le esperienze degli utenti reali e le opinioni degli esperti di settore; questo può avvenire attraverso recensioni, riferimenti, raccomandazioni, articoli, notizie e altre informazioni credibili che le persone producono e diffondono in Rete.

Nel caso in cui ci sia disaccordo tra quello che il sito riferisce di se stesso e ciò che riportano le fonti esterne, si darà peso a queste ultime.

Per i siti che devono avere un alto livello di autorevolezza e competenza, i criteri sono più restrittivi: la reputazione digitale deve essere valutata in base ai pareri di professionisti ed esperti in grado di esprimere un giudizio di qualità. Negli altri casi, la popolarità, il coinvolgimento degli utenti e un buon numero di recensioni possono bastare per attribuire la reputazione.

Un altro invito rivolto ai quality rater è quello di esaminare con attenzione le recensioni negative per verificare che siano attendibili e tali da determinare una valutazione di bassa qualità. In alcuni casi, infatti, è possibile ignorarle o ridimensionarne l’effetto. Un caso tipico è quello dei siti dei ristoranti, per i quali è facile trovare in Rete recensioni negative fornite dai clienti che spesso non sono del tutto credibili. O ancora, il caso di siti con solo recensioni negative, ma il cui numero è davvero esiguo e quindi insufficiente per assegnare una cattiva reputazione.

Si comprende, dunque, quanto siano importanti la gestione e il monitoraggio della reputazione online per essere certi che in Internet prevalgano le opinioni positive provenienti da fonti affidabili. Questo aspetto è essenziale nel caso delle pagine YMYL (Your Money or Your Life), ovvero tutte quelle pagine web che possono potenzialmente influire sulla felicità, la salute, la stabilità finanziaria o la sicurezza degli utenti in futuro, come per esempio:

  • pagine di acquisto;
  • pagine che trattano informazioni finanziarie;
  • pagine che riportano informazioni mediche;
  • pagine che discutono di questioni legali;
  • pagine che contengono articoli, notizie o informazioni pubbliche/ufficiali importanti per mantenere informata la cittadinanza;
  • pagine che affrontano il tema della sicurezza personale e pubblica;
  • ecc.

La reputazione online è come il Karate

“Quando cammini su strada, se cammini su destra va bene. Se cammini su sinistra, va bene. Se cammini nel mezzo, prima o poi rimani schiacciato come grappolo d’uva. Ecco, Karate è stessa cosa. Se tu impari Karate, va bene. Se non impari Karate, va bene. Se tu impari Karate-Speriamo, ti schiacciano come uva.” – Maestro Kesuke Miyagi (Pat Morita) in The Karate Kid

Dalle linee guida di Google emerge chiaramente che avere una reputazione digitale positiva è di certo un segno di buona qualità per un sito web. Al contrario, è preferibile non avere affatto una reputazione piuttosto che averne una negativa.

Può capitare, soprattutto per le piccole organizzazioni, che i quality rater non trovino informazioni sufficienti per farsi un’idea di cosa le persone pensino a riguardo. È il caso, ad esempio, delle piccole imprese locali la cui popolarità, in genere, si basa più sul passaparola che sulle recensioni online. In situazioni simili, la mancanza di reputazione non deve essere considerata un’indicazione di bassa qualità per le pagine web associate.

Quindi, si può ottenere una valutazione alta anche senza reputazione, mentre non è possibile assegnare un giudizio di alta qualità in presenza di cattiva reputazione.

 

In conclusione, fare SEO oggi è qualcosa che va sempre più verso la soddisfazione degli utenti: offrire le migliori risorse web in relazione alle loro intenzioni di ricerca. In questa ottica è necessario curare le pubbliche relazioni online, cercando di ottenere un’elevata popolarità e, di pari passo, una buona reputazione.

Punti di vista

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