Lavorare insieme è prima di tutto una relazione tra persone. Dalle scelte che facciamo dipendono la nascita di questo legame e la costruzione di un sano ambiente di lavoro.
La leadership e l’arte della motivazione
Un buon leader indica ai suoi collaboratori la strada da seguire per raggiungere il successo, dell’azienda e di chi ci lavora.
Molti manager di aziende credono che il guadagno sia la motivazione più importante per i lavoratori. È certamente tra le principali, ma non è la sola ragione che spinge le persone a recarsi a lavoro ogni giorno e a impiegare la propria energia a favore della produttività dell’azienda. Anzi, talvolta, anche se la remunerazione è ottimale, i dipendenti faticano a trovare uno stimolo in grado di convogliare efficacemente le risorse personali nelle attività lavorative.
Un buon leader sa che un’azienda è produttiva solo se lo sono anche i suoi lavoratori. Chi non lo sa sono i titolari di quelle imprese che stentano a ottenere risultati soddisfacenti, in termini di performance e di entrate.
Tutti hanno chiaro che l’obiettivo primario è il profitto, ma pochi rammentano che lo scopo ultimo di un’organizzazione è la creazione di valore per tutti coloro che sono direttamente o indirettamente coinvolti nel progetto: clienti, dipendenti, fornitori, investitori e comunità.
Ci sono forti ragioni economiche per creare una cultura aziendale, per individuare e diffondere le finalità sociali che muovono le scelte strategiche. Offrire ai propri collaboratori un motivo che vada al di là del mero guadagno li induce a dare il massimo contributo per il raggiungimento degli scopi del business.
Ciò che genera motivazione nei lavoratori è dare un senso a ciò che fanno.
Compito del leader è definire chiaramente l’identità dell’azienda e i suoi obiettivi, senza trascurare le finalità di responsabilità sociale, e allineare le aspirazioni dei singoli al ‘senso di marcia’ collettivo. L’errore di tanti manager è credere che dare un significato alle attività svolte non sia direttamente collegato agli obiettivi del business e che riguardi solo il benessere personale dei dipendenti. In realtà, attribuire un significato al proprio lavoro è strettamente legato al successo professionale.
Making meaning makes money, dice qualcuno. Quando le persone trovano un significato, nel lavoro come nella vita, sono anche più produttive. È il coinvolgimento emotivo che fa la differenza. È questo il motivo per cui è così importante creare un ambiente stimolante, in cui le persone comprendano il valore delle proprie mansioni e le svolgano al massimo delle proprie possibilità.
La leadership è l’arte della motivazione
Motivare gli altri non è cosa da tutti: si tratta di un’arte in cui pochi sono davvero bravi. Un leader è come un direttore d’orchestra che coordina i musicisti nell’esecuzione di un componimento: è in grado di guidare i propri collaboratori in un progetto condiviso e armonico.
Bisogna riuscire ad alimentare in azienda la cultura della cooperazione, l’abitudine di chiedere l’opinione delle persone coinvolte prima di prendere una decisione, stimolare le relazioni interpersonali con incontri e attività collettive e far sentire tutti partecipi di un progetto condiviso.
Qualche anno fa il manager della Intel in Irlanda, di fronte alla necessità di dover tagliare i costi aziendali, invece di annunciare licenziamenti, ha deciso di coinvolgere i dipendenti dicendo loro che, se fossero riusciti a trovare un modo per risparmiare i soldi necessari, non avrebbe licenziato nessuno. In una situazione di crisi, un leader capace di coinvolgere i suoi collaboratori nella ricerca di una soluzione condivisa può intraprendere vie alternative senza necessariamente attingere alle risorse economiche.
I leader sono responsabili della creazione di valore aziendale. Spetta a loro circondarsi delle persone giuste, tirare fuori le qualità di ognuno e rafforzarle con le mansioni più adeguate; indicare la via da intraprendere per raggiungere gli obiettivi definiti e comunicare costantemente gli sviluppi in modo da stimolare la partecipazione.
Una crisi di leadership equivale a una crisi di significato.
Spesso i manager sono così concentrati su se stessi che perdono di vista il bene dell’azienda: cercano solo risultati a breve termine, agiscono con arroganza invece che con umiltà, si isolano nelle proprie convinzioni senza creare sintonia di intenti, impartiscono ordini dall’alto piuttosto che avvalersi del contributo altrui. Ma non è così che si creano organizzazioni sostenibili sul lungo termine, in grado di generare occupazione e valore.
Una cultura aziendale ricca di valore e significato è più capace di affrontare gli ostacoli superandoli con successo: origina un sistema basato su solidi principi, su un forte codice morale condiviso, su un diffuso senso di collaborazione e comunicazione. Un manager dovrebbe tenere conto degli interessi di tutti e del loro ruolo all’interno dell’organizzazione, invogliando la partecipazione e rafforzando le qualità dei singoli colmandone le lacune.
Persone motivate nel lavoro si impegnano con più energia a svolgere le proprie mansioni e ad accrescere le proprie competenze. Inoltre, sentirsi mossi da una motivazione intrinseca equivale ad avere l’energia per affrontare le difficoltà, con resilienza e facendo leva sulla propria forza di volontà.
Nel mio lavoro accade questo: un contesto stimolante, ricco di relazioni proficue, dove il dinamismo e la creatività non mancano, invoglia a offrire il meglio e permette di sentirsi gratificati e desiderosi di contribuire al successo dell’azienda. Anche i clienti apprezzano l’energia di un gruppo solido e competente, capace di fare squadra e di collaborare con entusiasmo e dinamicità.
“Riunirsi insieme significa iniziare; rimanere insieme significa progredire; lavorare insieme significa avere successo.” – Henry Ford
E tu, ti senti motivato nel tuo lavoro?
Sono perfettamente d’accordo. Sono un giudice e credo che il processo italiano sia lento per assenza totale di leader. Ci scriverò un libro e citerò il suo bellissimo scritto. Ha dei testi da segnalarmi?. Grazie. Alberto Cianfarini.