La percezione degli eventi, passati e futuri, influenza il modo di vivere il presente e ti predispone nei confronti degli obiettivi da raggiungere. Ecco perché devi essere padrone del tuo tempo.

Costruire un ponte sul futuro: come allenare la mente ad avere successo
Cambiare in meglio può essere tutt’altro che facile. La programmazione neuro linguistica ci indica come intraprendere il nostro percorso di crescita personale nel modo giusto.
Se decidi di iniziare un processo di cambiamento, nel lavoro o nella vita privata, la prima cosa da fare è fissare l’obiettivo da raggiungere. Sembra ovvio, ma è l’aspetto più difficile. Spesso, infatti, il proposito fallisce perché la meta è sbagliata, poco chiara o irraggiungibile.
Cambiare vuol dire passare dallo stato presente allo stato desiderato in un tempo stabilito. Per farlo con successo è basilare concretizzare in anticipo il risultato che vuoi ottenere. Allo scopo, in PNL si usa la tecnica della visualizzazione (o visualizzazione creativa): consiste nel creare l’immagine mentale dei comportamenti o degli eventi futuri, indicando al cervello la direzione da seguire quando vivrà realmente quella situazione. Alla base c’è un principio teorizzato dal chirurgo plastico americano Maxwell Maltz:
“La nostra mente non distingue un’esperienza vividamente immaginata da un’esperienza realmente vissuta.”
Quando immagini intensamente di svolgere una certa azione si attivano le stesse aree cerebrali che sono sollecitate quando la compi davvero. In questo modo il cervello riceve precise istruzioni per affrontare la situazione desiderata nelle condizioni migliori.
Formulare l’obiettivo
Perché il metodo funzioni, l’obiettivo prefissato deve essere formulato in modo opportuno. Vediamo quali caratteristiche deve avere.
- Deve essere specifico e ben definito: deve esprimere chiaramente cosa, come e perché lo vuoi ottenere. Nel crearlo devi coinvolgere il maggior numero possibile di sensi e individuare quali informazioni ti trasmetterebbero se ti trovassi nello stato desiderato. Così avrai una sensazione “quasi reale” di averlo raggiunto. Al termine potrai paragonare le sensazioni attuali con quelle immaginate e avere la certezza di aver completato il processo.
- Deve essere un enunciato affermativo, non deve includere una negazione. Deve indicare verso dove vuoi andare o cosa desideri raggiungere e non quello da cui vuoi allontanarti. Per cui è sbagliato porti un obiettivo tipo “Non voglio essere insicuro”, mentre è corretto definirlo come “Voglio essere una persona più sicura”.
- Non deve mai includere un termine di comparazione perché lo renderebbe poco definito. Per esempio, se ti poni come obiettivo “Voglio essere migliore nel mio lavoro”, per renderlo concreto devi rispondere alla domanda “Che aspetto vorrei migliorare nella mia professione?” e non “Migliore di chi?”.
- Deve essere formulato al presente: al futuro si percepirebbe come lontano e difficile da conseguire, mentre il tempo presente incita all’azione e lo rende più facile da raggiungere.
- Deve includere aspetti emotivi. Formulare un obiettivo soltanto in modo razionale motiva poco a dirigersi verso di esso; se include un’emozione gradevole, questa si converte in impulso motivazionale e la mente si dirigerà in modo istintivo verso la direzione tracciata. Per esempio: “Voglio sentirmi tranquillo nella mia nuova città”.
- Deve essere raggiungibile, cioè proporzionale alle tue reali possibilità. Nessun obiettivo è impossibile, ma se è troppo ambizioso potresti avere la percezione di non raggiungerlo mai. Per questo è meglio dividerlo in parti più piccole, in modo che sia stimolante e gratificante ottenere dei successi parziali che ti avvicinino alla meta.
- Deve dipendere interamente da te. Un obiettivo come “Voglio che i miei colleghi siano meno diffidenti” è formulato male in quanto è fuori dalle tue possibilità di cambiamento (devi sperare che cambino gli altri); meglio porlo in questo modo: “Voglio meritarmi la fiducia dei colleghi”. Inoltre, affinché l’obiettivo sia valido, devi poter contare solo sulle tue risorse – fisiche, economiche o personali – per raggiungerlo.
- Deve essere ecologico, nel senso che non deve porsi in contrasto con i tuoi valori o le tue credenze. Devi considerare se ciò che ti sei proposto genererà davvero benefici o se causerà conflitti, e se le conseguenze che possono derivare dal suo raggiungimento sono accettabili, sia per te sia per chi ti circonda. Se non lo sono rischi di sabotare inconsciamente il conseguimento dell’obiettivo.
- Deve essere raggiunto in un tempo limite. È importante stabilire una data concreta o un preciso intervallo di tempo entro cui conseguire l’obiettivo e immaginare come ti sentirai quel giorno, quando avrai ottenuto il cambiamento.
- Deve essere verificabile. Quando definisci un obiettivo devi cercare qualche elemento che ti permetta, alla fine del processo, di accertare di averlo effettivamente raggiunto. Per farlo puoi rispondere previamente a domande come “Quando avrò raggiunto l’obiettivo come saprò di esserci riuscito? Sentirò qualche sensazione particolare? Cosa sarà cambiato in me? Come mi vedrò e in che modo mi comporterò?”
Per formulare in maniera corretta l’obiettivo può essere utile rispondere alle seguenti domande:
- Cosa vuoi raggiungere precisamente?
- Che risultati speri di ottenere?
- Cosa vedrai, sentirai, ascolterai, odorerai o gusterai quando avrai raggiunto lo stato desiderato?
- Quando, dove, come e con chi lo desideri?
- Come questo cambiamento influenzerà la tua vita?
- In cosa cambierà?
- Di cosa hai bisogno per raggiungerlo?
- Cosa potrebbe impedirti di farlo?
- È veramente importante l’obiettivo?
- Come lo sai?
- Vale la pena lo sforzo che sei disposto a produrre per ottenerlo?
- L’obiettivo è ecologico per te e per chi ti circonda?
- Comporta qualche rischio per te o per altre persone?
- Quando prevedi di raggiungerlo?
- Come saprai che non ti stai avvicinando all’obiettivo?
- Che farai nel caso in cui capisci che non ti stai avvicinando?
- Come controllerai di aver raggiunto l’obiettivo?
Il ponte sul futuro
Cambiare ha senso se i cambiamenti si mantengono nel tempo. Perché ciò avvenga, i cambiamenti devono essere interiorizzati in maniera tale che le tue risposte si producano in modo automatico: non devi essere cosciente di scegliere un modo differente di reagire.
Per questo è stata creata la tecnica del ponte sul futuro, il cui scopo è appunto fare in modo che i cambiamenti prodotti a livello inconscio persistano nel tempo. Questo risultato si ottiene in due fasi.
La prima è proprio la visualizzazione creativa: devi immaginare un momento concreto nel futuro, nel quale hai già raggiunto l’obiettivo, e creare un’immagine mentale il più nitida possibile su come agiresti una volta realizzato il tuo proposito, con le sensazioni che proveresti stando in quella situazione (come respireresti, come ti muoveresti, cosa direbbero gli altri, ecc.). Più sensi riesci a coinvolgere, più forti saranno le sensazioni registrate e più facile sarà dirigerti inconsciamente verso tale immagine.
Nel momento di maggiore intensità del processo di visualizzazione devi collocare un’àncora. Questa la seconda fase del ponte sul futuro. Un’àncora è un’associazione mentale che si stabilisce tra un determinato stimolo esterno (un suono, una parola, un gesto, ecc.) e uno stato emotivo interno, in modo tale che quando si produce lo stimolo si accede in modo automatico lo stato emotivo corrispondente. Con l’ancoraggio la situazione e il nuovo comportamento rimarranno installati nell’inconscio e, quando la situazione immaginata si produrrà nella realtà, questo comportamento si attiverà in modo spontaneo.
Il ponte sul futuro è un metodo per allenare il cervello a raggiungere un obiettivo: creare mentalmente il successo di una situazione futura aumenterà significativamente le probabilità di ottenerlo.
Punti di vista