Buoni propositi di vita digitale

Buoni propositi di vita digitale

Fare un buon uso della tecnologia per migliorare la propria vita è un’ambizione che accomuna sempre più persone; ma, purtroppo, il benessere digitale non dipende solo dagli utenti.

Ti sei mai chiesto che rapporto c’è tra gli strumenti digitali che usi ogni giorno e il tuo benessere personale? Se sì, anche tu fai parte di quel gruppo di persone che hanno acquisito consapevolezza, chi più chi meno, dell’esigenza di riflettere sulla qualità della propria vita digitale, di indagare gli effetti, positivi e negativi, che le tecnologie hanno o che potrebbero avere sulla propria persona. Queste, infatti, mediano gran parte delle attività personali: lavoro, shopping, consumo di informazione, intrattenimento, produttività, svago, studio, relazioni. Ci aiutano in tantissime cose che facciamo; eppure, se usate male, portano con sé conseguenze e rischi da non sottovalutare.

Il tema del benessere digitale  (o digital wellness) interessa sempre più persone, le quali si interrogano sui propri usi abitudinari dei dispositivi digitali e sul rapporto tra funzionalità e aspetti ludici. Come avviene in tanti casi, l’esigenza avvertita dalle persone stimola risposte risolutive da parte delle aziende tech. Nascono così applicazioni che hanno come scopo fare della tecnologia un’alleata per le buone abitudini. Digital wellbeing è un software messo appunto da Google che aiuta gli utenti a tutelare il proprio benessere digitale mostrando gli utilizzi di applicazioni e giochi e le fruizioni dei contenuti sui propri dispositivi. Oltre a monitorare le proprie attività e notare gli usi incontrollati, l’utente può anche impostare dei timer su specifiche app affinché vadano in pausa dopo un certo tempo.

Digital wellbeing è un software di personal analytics che consente di monitorare la produttività personale. Si tratta di una forma di analisi che permette di conoscere ed esplorare le abitudini quotidiane e migliorarle dove possibile. Una panoramica che inquadra i propri comportamenti di connessione aiuta gli utenti a gestire al meglio il tempo trascorso davanti allo schermo e a usarlo in maniera più efficiente. Avere una visione precisa e completa aiuta sicuramente a prendere decisioni migliori: questo comportamento ci piace? come può essere migliorato? È la stessa cosa che succede se si monitorano le spese personali (ci sono diverse app che permettono di farlo): si riesce a gestire meglio le uscite evitando inutili sprechi.

Vivere meglio grazie alle app

Le applicazioni della tecnologia sono sempre più numerose e sempre più integrate nella vita delle persone, diventando talvolta strumenti indispensabili per lo svolgimento delle attività quotidiane. Dalle app per gestire i conti bancari ed effettuare i pagamenti a quelle per rilassarsi e regolare lo stress, da quelle per salvare e organizzare contenuti e informazioni della Rete a quelle che consigliano il momento esatto in cui comprare un volo al prezzo più economico, dalle app che aiutano a muoversi nelle città con i mezzi pubblici a quelle che permettono di ascoltare la musica preferita anche offline, dalle piattaforme che offrono programmi e serie tv da vedere come e quando si vuole a quelle che mettono in contatto aziende e persone che cercano lavoro . L’elenco è infinito: alcune sono più conosciute di altre perché divenute di uso massivo vista la loro grande utilità e il loro design semplice e funzionale. Inoltre, esse sono tanto più efficaci quanto più personalizzate sulle nostre esigenze e abitudini.

La personalizzazione è una caratteristica che migliora notevolmente l’esperienza d’uso da parte dell’utente che, a tal fine, indica informazioni e preferenze personali dettagliate e accurate. Dunque, più un’app riesce ad accumulare dati personali più è in grado di fornire un servizio efficace e utile a migliorare la vita e a incrementare il benessere personale.

Quali rischi evitare?

“Technology is morally neutral until we apply it” – William Gibson

Alcune aziende tecnologiche che forniscono servizi alla persona arrivano a rivoluzionare interi settori e a monopolizzarli: pensiamo ad Amazon, Netflix, Spotify, Youtube, Facebook per citare alcune delle più note. Realtà così grandi contano utenti in tutto il mondo e accumulano ogni giorno un’ingente mole di dati sui loro comportamenti digitali.

Più cresce la loro conoscenza più il loro potere aumenta e diminuisce la sicurezza dei cittadini che, consapevoli dell’invasione di tali strumenti digitali nella propria sfera privata, vedono minacciata la privacy e la riservatezza personale. Questi grandi fornitori di servizi digitali posseggono così tante informazioni su di noi che, avvalendosi di algoritmi di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati accumulati, possono addirittura predire i comportamenti sociali e condizionarli. Dunque, la percezione del rischio da parte di alcuni utenti è plausibile e condivisibile.

Lo scopo della tecnologia è di aiutare l’uomo: ogni nuovo strumento nasce con una funzione utile a migliorare le sue prestazioni e può arrivare a incidere sull’intera umanità, rivoluzionando comportamenti e dinamiche collettive.

Sono in molti a dire che l’etica della tecnologia dipende dall’uso che se ne fa, ma non è propriamente corretto parlare di etica della tecnologia, bensì di etica dello sviluppo della tecnologia. Dal 2017 si è diffuso in Rete un testo rivolto “a tutti coloro che plasmano la tecnologia oggi” con l’invito a sviluppare soluzioni digitali che pongano al centro le esigenze delle persone e ad affrontare con la dovuta criticità gli effetti che le loro proposte hanno sulla società: gli autori e i sottoscrittori di The Copenhagen Letter condividono il buon proposito di indirizzare le scelte dell’umanità nella giusta direzione.

Se già oggi avvertiamo il rischio che la tecnologia controlli le nostre vite, dobbiamo riprendere in mano le redini di tale rapporto per evitare conseguenze disastrose in futuro. Ecco perché la lettera di Copenhagen propone di sviluppare soluzioni tecnologiche a partire da bisogni e desideri comuni, che ci aiutino a potenziare le nostre capacità e a compiere le nostre attività in maniera più efficace, senza sottostare ad altri interessi. Da parte nostra, un buon proposito da cui partire è comprendere quanto sia importante maneggiare la tecnologia con consapevolezza e competenza: sviluppare una cultura del digitale e un’educazione all’uso dei media deve diventare un obiettivo condiviso da tutta la società.

Punti di vista

E tu cosa ne pensi?