Molte aziende hanno capito che mostrare un atteggiamento etico e socialmente responsabile consente di distinguersi dai concorrenti. Ma quante riescono ad avere una visione umanistica dell'impresa e a mantenere la promessa del brand?

Approccio filosofico e prosperità aziendale
La filosofia entra in azienda e aiuta a comprendere il suo ruolo sociale ed economico: perché allenare la consapevolezza e il pensiero critico tra i collaboratori favorisce il successo imprenditoriale. L’esempio di Niccolò Branca.
“Il denaro è diventato, nel sentire comune, il generatore simbolico di tutti i valori”, sostiene Umberto Galimberti: capiamo bene cosa è utile, ma non così bene cosa è vero, buono, bello, solidale; eppure l’economia ha bisogno di questi valori per non ridurre le persone che vi partecipano a mere risorse umane.
Le persone che animano l’azienda rivestono un ruolo fondamentale, grazie al loro vissuto, alle loro conoscenze ed esperienze individuali. Alcuni manager hanno intuito l’importanza di stimolare dipendenti e collaboratori con input che allenano il pensiero critico e le capacità creative e sono riusciti, così, ad affrontare con successo le sfide imposte dai cambiamenti sociali ed economici che interessano il mercato di riferimento. Inoltre, hanno compreso che è questa la chiave per trainare il successo dell’azienda, per circondarsi delle persone giuste e favorire il benessere di chi vi lavora.
Come riconosce lo stesso Galimberti, infatti, si intravedono segnali di contaminazione disciplinare generati da aperture umanistiche all’interno delle aziende. Sempre più imprenditori si rivolgono agli umanisti per affrontare la complessità dell’attuale scenario competitivo. Un managment che si avvale di sole conoscenze ingegneristiche, economiche e tecnologiche sembra non essere più sufficiente a garantire la sopravvivenza di un’impresa. Si intravedono, perciò, nuove forme di gestione aziendale che coltivano la conoscenza interna per trasformarla in valore di mercato.
“Liberare le risorse individuali permette di dare accesso a un bacino immenso di talenti e unicità senza le quali il business non può prosperare”. – Niccolò Branca
Dal valore del profitto alla valorizzazione delle peculiarità: il ruolo della filosofia
Capita spesso che le aziende commettano errori di valutazione riguardo la propria attività e le proprie decisioni, come può essere, per esempio, il lancio di un nuovo prodotto sul mercato o un investimento vincolante. La causa è spesso attribuibile alla mancanza di riflessione profonda sul ruolo sociale ed economico rivestito, sul proprio valore aggiunto e sugli equilibri dei rapporti umani interni; questi ultimi si reggono sulla diversità intesa come valore utile alla crescita dei singoli e di tutto il gruppo.
La formazione umanistica dei filosofi offre un grande contributo per stimolare la consapevolezza interna: aiuta a interrogarsi sulla propria ragione d’essere, sulla coerenza delle proprie azioni, sulla posizione ricoperta nel mercato e nella società in generale e, quindi, sulla validità delle proprie strategie imprenditoriali. Lo fa sviscerando le questioni interne, anche pratiche, da più punti di vista, con il tipico approccio filosofico che mette in discussione i preconcetti e le conoscenze acquisite e date per scontate.
La filosofia fa domande invece di dare risposte e questo metodo permette al gruppo, ai dirigenti e ai dipendenti, di riflettere su questioni anche scomode, con l’obiettivo di mettere in luce delle zone d’ombra che causano inefficienze e incongruenze gestionali.
Interrogarsi da un punto di vista filosofico significa guardare non direttamente alle attività intraprese, quindi al come l’azienda opera, ma innanzitutto al perché l’azienda esiste, qual è la sua finalità, per indagare infine il senso della sua esistenza, la sua ragione d’essere. Avvalersi di consulenze che stimolano la riflessione profonda, fa generare dubbi e incertezze che potrebbero stravolgere l’intera visione di sé, per poi riemergere attraverso un percorso di ricerca del senso che sfocia in nuovi equilibri e nuove prospettive, perché spesso è da qui che nasce l’innovazione.
Avvalersi di un approccio filosofico è utile non solo per affrontare cambiamenti organizzativi, ma anche per accrescere il senso di appartenenza e di responsabilità sociale, riallineando l’operato aziendale con i propri valori, attraverso una consapevolezza profonda che permette di impiegare in maniera efficace le risorse a disposizione.
L’economia della consapevolezza: l’esempio di Niccolò Branca
“Per accedere a questo tesoro nascosto non si può che lavorare alla scala umana, rispettare la dignità delle persone, aiutarle a riconoscere quelle peculiarità che le contraddistinguono e che, se ben valorizzate, permettono di esprimere al massimo le capacità di ognuno. E questo naturalmente si riflette anche sui risultati complessivi. È l’avvento dell’Economia della Consapevolezza, come la chiamiamo in Branca!”.
Sono parole di Niccolò Branca, amministratore delegato della storica azienda italiana che produce il Fernet Branca, il quale fonda il suo successo imprenditoriale sulla capacità di gestire le relazioni umane tra imprenditori, manager e dipendenti: “Siamo tutti parte di un organismo che per mantenersi in vita deve promuovere un rapporto armonico tra le sue cellule, siano esse aziende, imprenditori, manager, cittadini o ambiente”.
Branca è convinto che il successo della sua azienda si nutra di scambi di valore che generano ricchezze durature, e la sua attività ne è un esempio. Egli dimostra che è possibile, oltre che efficace sotto il punto di vista della strategia imprenditoriale, coniugare il valore etico con la ricerca del profitto.
È questa, infatti, la visione che l’approccio filosofico mira a diffondere nelle aziende: non vi è contrapposizione tra valori e profitto, anzi, riflettere sul perché della propria esistenza permette di realizzare una missione aziendale che porta alla creazione di valore nel lungo termine. Al contrario, i problemi sorgono se si punta esclusivamente a massimizzare il profitto a breve termine.
Per avere un ruolo forte e stabile nel mercato, dunque, bisogna andare oltre il valore dell’utilità e della convenienza, meditando sul senso della propria attività e sul significato della propria esistenza.
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