Brainstorming: creatività e pensiero laterale per generare idee efficaci
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Brainstorming: creatività e pensiero laterale per generare idee efficaci

Un metodo formidabile per produrre numerose idee in pochissimo tempo. Per esempio, 108 in 30 minuti. Non ci credi? Scopri come.

Indice dei contenuti:

Brainstorming: definizione, traduzione e significato

Il termine brainstorming, o brain storming, deriva dall’unione delle parole inglesi brain (cervello) e storming (assalto). Facendo la traduzione letterale, il significato italiano è “cervelli d’assalto” o “assalto mentale”.  Altre interpretazioni, meno precise, considerano il termine storm (tempesta) per cui il significato di brainstorming diventa “tempesta di cervelli” o “tempesta cerebrale”. In ogni caso, nella lingua italiana non esiste una traduzione appropriata per questa espressione, per cui la si utilizza così com’è.

Il braistorming è un approccio basato sul gruppo creativo che si usa in fase di creazione del concept per generare idee efficaci, finalizzate alla risoluzione di un problema. Il metodo è controllato da vari passaggi e regole e mira a produrre molte idee in poco tempo, idee che vengono in seguito ridotte alle poche possibilità effettivamente praticabili in vista di un potenziale sviluppo.

Chi partecipa alla sessione propone idee a briglia sciolta in un contesto non critico, con l’obiettivo di scovare soluzioni innovative, inusuali e potenzialmente utili. Le diverse norme che regolano una riunione di brainstorming puntano a dare vita a un ambiente dove la creatività scorra senza impedimenti, dove tutti i membri del gruppo si sentano liberi di proporre con schiettezza le loro idee, senza timore di pregiudizi o critiche preventive.

Quantità e diversità sono i fattori chiave: l’obiettivo è produrre in modo creativo quante più idee possibili in un tempo prefissato, poiché più pensieri si riescono a concepire, più soluzioni possibili si avranno nel futuro. Alla qualità si pensa in un secondo momento. Il brainstorming, infatti, prevede una fase divergente, in cui si producono idee a ruota libera, seguita da una fase convergente in cui le idee vengono selezionate e valutate per individuare le più interessanti e promettenti.

I principali vantaggi di questa attività sono i seguenti:

  • consente alle persone di esprimersi con creatività, senza limitarle in alcun modo;
  • favorisce l’interesse del gruppo, rendendo uniforme il coinvolgimento e aiutando a sviluppare uno spirito di squadra;
  • permette di produrre un elevato numero di idee molto velocemente.

Origini e sviluppo del brainstorming

La tecnica del brainstorming discende direttamente dal metodo delle Quaestiones disputatae delle Università medievali. Le quaestiones erano esercitazioni scolastiche con le quali i professori testavano la preparazione degli studenti su problemi teologici e sui temi e le categorie del diritto romano. Lo scopo della quaestio era quello di stimolare la discussione tra gli studenti che prendevano posizioni differenti. Il professore presentava un casus (lectio), molto spesso preso direttamente dalla realtà, con il quale la classe si doveva cimentare ricorrendo alle proprie conoscenze sul diritto romano. L’esercitazione si svolgeva in tre fasi:

  • la presentazione della controversia;
  • la fase dialettica, in cui gli studenti esponevano le argomentazioni (disputatio), a favore dell’una o dell’altra parte, basate sul diritto romano sotto la supervisione del professore;
  • la solutio, ovvero l’enunciazione da parte del professore della soluzione più giusta del caso, o almeno quella che riteneva tale.

La moderna concezione del brainstorming, invece, è più recente e si deve al pubblicitario americano Alex Faickney Osborn, fondatore e dirigente della nota agenzia BBDO, che ha ideato questa tecnica e ne ha diffuso l’utilizzo grazie al libro Applied Imagination, pubblicato nel 1953. Il metodo fu adottato per la prima volta alla fine degli anni ’30, come lo stesso autore riporta nel testo:

“I primi partecipanti definirono i nostri sforzi ‘sessione brainstorming’; e piuttosto giustamente perché, in questo caso, ‘brainstorm’ significa usare la testa [brain] per assaltare [to storm] un problema creativo; e farlo alla maniera degli incursori [commando], dove ogni assaltatore [stormer] attacca audacemente lo stesso obiettivo.”

Osborn sostiene la potenzialità creativa delle riunioni in opposizione agli sforzi individuali; le sue conclusioni si reggono sull’esperienza empirica condotta in prima persona nella sua agenzia. Nel libro definisce i quattro principi fondamentali del brainstorming, ancora oggi rimasti invariati nella loro semplicità:

  1. La critica è esclusa. Nessuna idea va criticata, anche se può sembrare assurda, sciocca o poco pertinente. Il fine è raccogliere le idee, non valutarle.
  2. La “corsa libera” è benvenuta. Più sono audaci le idee, meglio sarà. È proprio dagli spunti non convenzionali che possono fuoriuscire le soluzioni più valide.
  3. Si cerca la quantità. Maggiore è il numero di idee prodotte, maggiore sarà la probabilità di trovarne di vincenti.
  4. Si ricercano combinazioni e miglioramenti. Le idee espresse da un componente del gruppo possono servire di ispirazione agli altri. L’invito è anche a cercare di migliorare le idee altrui e a combinarle fra loro in modi nuovi.

L’efficacia di questo approccio ha favorito il suo enorme sviluppo al punto che oggi il brainstorming rappresenta una delle strategie di problem solving più impiegate nella consulenza aziendale, come processo di aiuto nella ricerca di soluzioni ai più svariati problemi (commerciali, pubblicitari, tecnici, organizzativi, ecc.).

Brainstorming, creatività e pensiero laterale

Edward De Bono, considerato la massima autorità nel campo del pensiero creativo, definisce il brainstorming come uno scenario convenzionale per l’uso del pensiero laterale, ritenendolo non tanto una tecnica particolare quanto un contesto speciale che incoraggia l’applicazione dei principi e delle pratiche del pensiero laterale.

Secondo lo psicologo e scrittore maltese, i tratti principali di una riunione di brainstorming sono:

  • la stimolazione incrociata;
  • la sospensione del giudizio;
  • la convenzionalità dello scenario.

Per stimolazione incrociata si intende lo scambio di stimoli che avviene tra i membri del gruppo di brainstorming. A causa della varietà delle persone che partecipano alla riunione, ognuna delle quali tende a seguire il corso del proprio pensiero, le idee che provengono dall’esterno della mente di un individuo possono servirgli a stimolare le proprie. Qualsiasi concetto, per quanto possa apparire ovvio e futile, può servire da spunto o combinarsi con altri pensieri nella mente di qualcun altro producendo qualcosa di molto originale.

La sospensione del giudizio consiste nel rimandare qualsiasi tentativo di valutare le idee alla fine della sessione di brainstorming. Durante la riunione qualsiasi cosa va bene, non c’è idea che sia troppo ridicola da non poter essere avanzata. È vietato valutare non solo le idee altrui, ma anche le proprie.

Infine, il valore di una riunione di brainstorming risiede nella convenzionalità dello scenario: quanto più è convenzionale lo scenario, tanto più vi sarà in esso la possibile mancanza di convenzionalità delle idee. Normalmente le persone non amano essere in errore o cadere nel ridicolo pur accettando il valore produttivo dell’errore. È proprio la convenzionalità della riunione a dare licenza ai partecipanti di proporre ciò che vogliono senza temere alcuna critica.

Campi di applicazione

Il brainstorming è una tecnica che trova applicazione in tutte le situazioni in cui è necessario sviluppare nuove idee o ricorrere al problem solving strategico. Nella pratica comune, se ne fa uso con maggior frequenza nei seguenti ambiti:

  • brand design: creazione del naming e del payoff di marche e prodotti, realizzazione del marchio e dell’immagine coordinata, restyling e rebranding;
  • product design: sviluppo di nuovi prodotti e miglioramento di quelli esistenti;
  • marketing e pubblicità: ideazione di campagne pubblicitarie, claim e slogan;
  • pianificazione d’impresa e di processi aziendali: definizione degli obiettivi, pianificazione strategica, tattica e operativa, miglioramento dei processi di produzione;
  • gestione dei progetti e degli eventi: analisi degli obiettivi e dei rischi, gestione delle risorse, dei ruoli e delle responsabilità;
  • team building: costruzione del gruppo di lavoro, incentivazione della partecipazione e della collaborazione, gestione delle dinamiche di gruppo;
  • creazione artistica, in tutti i settori in cui la generazione di idee creative e innovative ha un ruolo di primo piano;
  • formazione e didattca: creazione di un ambiente collaborativo, condivisione delle idee, discussioni di gruppo, miglioramento delle relazioni;
  • risoluzione di problemi in generale.

Come fare un brainstorming

Prima di avviare una sessione di brainstorming ci sono alcune cose da decidere.

Si parte dalla creazione del gruppo di lavoro. È bene selezionare persone con conoscenze e competenze diverse, ma affini al problema da discutere, così che possano contribuire con punti di vista differenti e facilitare la comparsa di idee innovative.

Poi bisogna stabilire i ruoli del presidente, o facilitatore, della riunione e del verbalizzante.
Il primo ha il compito di illustrare l’argomento della discussione, chiarire le regole principali ai partecipanti, guidare la riunione senza controllarla in alcun modo, dare a tutti la possibilità di esprimersi, bloccare eventuali tentativi di valutare o criticare le idee, assicurarsi che tutti i pensieri vengano annotati, stimolare il gruppo nel caso si interrompa il processo generativo.
Il secondo ha l’incarico di verbalizzare, in maniera chiara e sintetica, tutte le idee espresse dal gruppo cercando di ridurle alla forma di note utilizzabili.

Infine, va fissata la durata della sessione. Avere a disposizione un tempo limitato, purché sufficiente, permette di concentrare al massimo la produttività ed evita di sfibrare la capacità creativa del gruppo.

Fatto questo, è possibile avviare la riunione di brainstorming vera e propria che, tipicamente, si articola in tre fasi successive:

  1. generazione: è il momento creativo, quello in cui i componenti del gruppo scatenano la tempesta di idee senza alcuna inibizione; l’esposizione dei pensieri può avvenire verbalmente, oppure ciascuno li annota per proprio conto per poi essere letti; i concetti vengono registrati nella maniera ritenuta più idonea (lavagna, fogli di carta, post-it, file di testo, ecc.), ma in modo tale che risultino immediatamente leggibili e chiari a tutti;
  2. classificazione: l’elenco delle idee creato nella fase precedente viene riscritto, classificando le idee in gruppi per analogie ed eliminando le eventuali ripetizioni;
  3. valutazione: questa fase, che può essere svolta dallo stesso gruppo o da un gruppo diverso, consiste nel sintetizzare le idee raccolte e nel separarle in base al grado di utilità e al livello di astrazione; si giunge, così, a creare tre liste:
    • idee di immediata utilità;
    • aree per ulteriori indagini;
    • nuovi approcci al problema.

Le tre fasi possono essere precedute da una breve riunione di riscaldamento, utile soprattutto se i membri del gruppo non hanno dimestichezza con la tecnica del brainstorming. In questa riunione si può affrontare un qualunque semplice problema, in quanto l’obiettivo è mostrare il tipo di idee che si possono proporre e chiarire il fatto che ogni tipo di valutazione è escluso durante la fase creativa.

Alla sessione di brainstorming può seguire un’azione supplementare che mira a raccogliere le altre idee che i partecipanti continueranno ad avere sull’argomento. Saranno invitati, pertanto, a inviare una lista di ulteriori contributi da aggiungere all’elenco delle idee trovate durante l’incontro.

Errori da evitare

Per favorire la riuscita della riunione di brainstorming ci sono alcuni accorgimenti che è bene osservare:

  • evitare di affrontare un problema troppo complesso, altrimenti si corre il rischio di ottenere soluzioni generiche e inapplicabili; meglio scomporre il problema in parti più semplici da risolvere separatamente;
  • evitare di mettere nello stesso gruppo persone con grado gerarchico differente per non causare situazioni o tensioni che potrebbero inibire il flusso creativo;
  • evitare di formare un gruppo troppo piccolo, per non limitare le dinamiche creative e di interazione, o troppo grande, per non aumentare la dispersione e ridurre la possibilità di espressione di tutti i componenti; un numero ottimale può andare da 7 a 12 persone;
  • evitare che chi presiede la sessione manifesti qualunque forma di gradimento o rifiuto nei confronti delle idee espresse;
  • come ribadito più volte, evitare qualsiasi tipo di critica cosicché la produzione delle idee possa avvenire in completa libertà.

Brainstorming: tecniche ed esempi

Finora ho descritto il metodo classico per affrontare una sessione di brainstorming, il quale prevede che le idee siano espresse verbalmente, oppure messe prima per iscritto da ogni partecipante e poi lette al resto del gruppo (write-storming).

Esistono modi diversi di procedere che hanno come obiettivo quello di migliorare il processo creativo. Vediamo, dunque, alcuni esempi di brainstorming più noti.

È possibile utilizzare le mappe mentali (mind map) per espandere velocemente lo spazio delle idee: si pone al centro la keyword o la keyphrase che descrive il problema da risolvere e da lì si sviluppano i concetti correlati.

Un altro sistema consiste nell’usare le immagini (disegni, foto, sketch) al posto delle parole. In questo caso si parla di visual brainstorming, una tecnica che si rivela molto utile in alcuni ambiti grazie alla sua capacità di far scaturire con immediatezza una moltitudine di associazioni mentali.

O ancora è possibile ricorrere ai giochi di ruolo, un esempio di brainstorming utile per simulare le interazioni tra le persone e il problema da risolvere, al fine di stimolare la creatività del gruppo nel prospettare possibili soluzioni.

Non è scopo di questo articolo descrivere nel dettaglio tutte le tecniche di brainstorming comunemente utilizzate. Mi soffermerò soltanto su una versione alternativa particolarmente interessante per la sua efficacia e rapidità di esecuzione: il brainwriting 6-3-5.

Brainwriting 6-3-5

Il brainwriting 6-3-5 è una tecnica di brainstorming, sviluppata da Bernd Rohrbach nel 1968, che punta a massimizzare l’apporto creativo individuale e a minimizzare le interferenze del gruppo.

È detta tecnica 6-3-5 perché prevede la partecipazione di 6 persone a ciascuna delle quali viene richiesto di scrivere 3 idee su un certo argomento in 5 minuti di tempo. Il processo viene poi ripetuto 6 volte generando così un totale di 108 idee in 30 minuti (6 persone x 3 idee ciascuna x 6 slot da 5 minuti).

È possibile lavorare anche con un numero di partecipanti diverso (4, 5 o 7) ottenendo, chiaramente, un numero differente di idee, ma 6 è l’ideale.

Vediamo nello specifico come funziona.

Fissato il tema di cui discutere, si fa sedere il gruppo intorno a un tavolo e a ogni membro viene fornita una penna e un foglio con una tabella 6 righe x 3 colonne. Si fa partire il primo slot da 5 minuti, durante il quale ognuno compila la prima riga scrivendo in ogni cella un’idea. Trascorsi i 5 minuti, ogni partecipante passa il suo foglio alla persona seduta alla propria destra, ricevendo, quindi, il foglio dalla persona seduta a sinistra. A questo punto parte un altro slot da 5 minuti in cui tutti riempiono la riga successiva con altre 3 idee. Si va avanti in questo modo fino a completare l’intera tabella. Una volta finito, si raccolgono tutti i fogli e si procede con la classificazione e la valutazione delle idee.

Il metodo 6-3-5 presenta numerosi vantaggi:

  • offre eque possibilità di espressione a tutti;
  • riduce la tendenza alla critica delle idee;
  • supera i problemi dovuti a divergenze o reciproche influenze all’interno del gruppo;
  • appiana le differenze di carattere e personalità che possono portare alcuni individui a prevalere;
  • favorisce l’associazione e la combinazione delle idee;
  • spinge tutti i partecipanti ad applicarsi al massimo;
  • assicura la generazione di tante idee in maniera rapida.

Il brainwriting 6-3-5 è una tecnica molto apprezzata nell’ambito del Growth Hacking proprio perché consente di produrre un elevato numero di nuove idee in un tempo molto limitato garantendo, quindi, massima efficacia ed efficienza.

Il brainstorming a scuola

Il brainstorming può essere utilizzato anche nelle scuole come metodologia didattica. La cosa ha senso perché si tratta di un’attività collaborativa e inclusiva, utile a far emergere le idee degli alunni, che vengono poi analizzate e discusse. Assicura livelli di attenzione elevati e il coinvolgimento dell’intera classe, rendendo la lezione più efficace e interessante.

Il brainstorming nella didattica può essere proposto a classi di ogni ordine e grado, dalla scuola primaria agli istituti superiori. Si può svolgere in modo tradizionale (conduzione analogica) oppure tramite l’ausilio di applicativi digitali che, oltre a essere interattivi, consentono anche di collaborare a distanza via Internet.

In genere, il brainstorming nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia viene svolto per sviluppare associazioni di idee sotto forma di gioco creativo, per esempio come metodo alternativo per la risoluzione di problemi. Condurre un brainstorming per bambini richiede un certa esperienza da parte del docente e la capacità di gestire gruppi in contesti non strutturati, soprattutto se i partecipanti sono ai primi anni di età scolare.

Prima di impostare una sessione di brainstorming a scuola è necessario predisporre l’ambiente in modo adeguato. Se si pratica in aula, la prima cosa da fare è passare da una disposizione frontale, in cui gli alunni sono disposti in file che guardano frontalmente il docente seduto dietro alla cattedra, a una disposizione attorno a un unico tavolo (o, in assenza del tavolo centrale, con le sedute collocate in posizione circolare) dove ogni alunno guarda gli altri compagni. Questa sistemazione incentiva la partecipazione condivisa e non predilige la sola interazione con il docente. Poi, è importante preparare la classe a lavorare in maniera cooperativa attraverso semplici attività di conoscenza e ascolto reciproco, così da creare la base per il corretto svolgimento della sessione.

Il brainstorming a scuola è utile non soltanto ai fini dell’apprendimento, ma serve anche a migliorare le relazioni studente-studente e docente-studente. Lavorare in gruppo permette alla classe di essere più compatta, unita e propositiva; viene favorita la partecipazione di tutti gli allievi, anche dei più timidi che, dopo qualche lezione, si sentono più aperti al confronto e spinti ad apportare il loro contributo.

Brainstorming: software e applicativi

Sebbene per svolgere una seduta di brainstorming bastino carta e penna, esistono numerosi strumenti tecnologici che possono facilitare il processo, agevolando la raccolta, l’analisi e la condivisione delle idee prodotte.

I software per brainstorming di norma sono utili in tutte e tre le fasi – generazione, classificazione e valutazione – e presentano il vantaggio di ridurre i tempi di lavoro e di ottimizzare lo svolgimento degli incontri. Grazie all’efficiente memorizzazione e visualizzazione dei dati, inoltre, permettono di ripartire in modo semplice da sessioni precedenti e di apportare modifiche e sviluppare nuove idee.

Ecco alcuni dei principali programmi disponibili sul mercato:

  • Xmind: software open source per il brainstorming e la gestione delle mappe mentali, disponibile per Windows, Mac OS X e Linux; tramite un’interfaccia semplice e intuitiva consente di creare mappe mentali e concettuali, diagrammi di vario genere, tabelle logiche e fogli di calcolo; tutti gli elaborati realizzati possono essere condivisi e sviluppati in modo collaborativo;
  • MindMeister: applicazione online che permette di svolgere sessioni di brainstorming, produrre mappe mentali, prendere appunti e pianificare attività creative; i progetti possono essere facilmente condivisi all’interno del gruppo di lavoro in un contesto altamente collaborativo, in presenza o a distanza;
  • MindManger: strumento di mind mapping con cui si possono creare mappe concettuali e diagrammi di flusso a cui è possibile aggiungere elementi multimediali; il software è in grado di svolgere calcoli automatici per aiutare l’utente nel processo di analisi dei dati;
  • Coggle: applicazione web per sessioni di brainstorming online; le mind map e i diagrammi realizzati possono essere facilmente esportati in pdf o png;
  • Text2MindMap: software open source molto semplice da utilizzare, adatto allo svolgimento di brainstorming individuali;
  • Bubbl.us: programma online per il brainstorming e il mind mapping; permette la collaborazione in tempo reale e l’esportazione dei progetti in diversi formati.

Altri software per brainstorming che si possono prendere in considerazione sono: MindNote, Edraw Mind Map, Stormboard, Wikibrains, FreePlane, Popplet.

Libri sul brainstorming

Di seguito riporto un elenco di libri utili per affrontare e approfondire il tema del brainstorming:

  • Alex Faickney Osborn, Applied Imagination, 1953
  • Franco Larocca, Oltre la creatività: l’educazione, 1983
  • Alessandro Antonietti, Il pensiero efficace: metodi e tecniche per la soluzione creativa dei problemi, 1994
  • Edward De Bono, Creatività e pensiero laterale, 2001
  • Federico Batini, Gloria Capecchi, Strumenti di partecipazione. Metodi, giochi e attività per l’empowerment individuale e lo sviluppo locale, 2005
  • Claudio Bezzi, Ilaria Baldini, Il brainstorming. Pratica e teoria, 2006
  • Dave Gray, Sunni Brown, James Macanufo, Gamestorming: a playbook for innovators, rulebreakers, and changemakers, 2010
  • Sandra J. Hovatter, Brainstorming: unleashing your creativity to think outside the box, 2013

Punti di vista

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